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Comunicazione nelle app monofunzione

Cos’hanno in più queste app così semplici ma che riscuotono un enorme successo? È facile: si limitano a fare quello che devono fare senza perdersi in decine di fronzoli inutili ed opzioni che fanno perdere tempo. E, soprattutto, sfruttano tutte la comunicazione.

Prendiamo come esempio Yo, un’app dalla semplicità disarmante che consente semplicemente mandare uno “Yo” (l’equivalente di un “ehi” italiano) fra contatti che hanno Yo installata sul proprio telefono. Abbastanza inutile? Beh, quest’app è fruttata al suo proprietario qualche milione di dollari. Incredibile, no?

E come Yo esistono tantissime altre app che permettono di fare un’unica cosa: la-la, ad esempio, è un’app che consente di inviare ai propri contatti delle canzoni; Lo consente la geolocalizzazione: un amico invia una notifica con la richiesta che equivale ad un “dove sei?” e l’altro risponde con la geolocalizzazione; o ancora emojli, già citata in un altro articolo, che permette di comunicare esclusivamente tramite emoji.

Aspetti vincenti di queste app è sicuramente l’immediatezza con la quale fai ciò per cui hai aperto l’app e poi chiudi senza ulteriori distrazioni, unito anche al fatto che stimolano la nostra creatività poiché ci mettono di fronte a situazioni nuove. Un esempio? Nel quartier generale di Yo, il tostapane si attiva mandandogli uno Yo, e lo stesso ti avvisa con un altro Yo quando il toast è pronto.

Il futuro sarà quindi così? Non è detto: è più probabile infatti che le app dalla filosofia del “keep it simple” lavorino proficuamente in parallelo alle app più complesse che usiamo quotidianamente.